
𝐁𝐫𝐞𝐚𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐍𝐞𝐰𝐬. Il Parlamento europeo ha approvato la Nature Restoration Law.
336 voti a favore, 300 contrari e 13 astenuti.
NON commento naturalmente questi numeri dato che, nonostante gli emendamenti e una maggioranza risicata, la legge è uscita.
Considero una giornata “storica”, e voi ?
Ogni Stato membro si obbliga ed impegna ad adottare una agenda politica adeguata e idonea al ripristino di almeno il 20% della biodiversità degradata entro il 2030.
La legge rende la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo di legge. Un atto normativo sul ripristino della natura che è un passo fondamentale per evitare il collasso degli ecosistemi e prevenire i peggiori impatti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità.
La leggo sopratutto come una dichiarazione di responsabilità questa notizia ed una ammissione di danno inconfutabile che il genere umano ha perpetrato a danno del Pianeta e dei suoi abitanti. E ora ?
Ora come possiamo fare se non prenderci la responsAbilità di riparare il danno fatto?
Vedo bene come le imprese più virtuose, attraverso il bilancio di sostenibilità, potranno prendere coscienza della situazione e generare quell’impatto utile e che il Pianeta necessita per prendere almeno un respiro.
Una legge che sale dal popolo europeo
Le misure adottate dalla Commissione Europea sono completamente giustificate per raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici stabiliti negli accordi internazionali, come la Convenzione sulla diversità biologica e l’Accordo di Parigi sul clima. Il documento adottato fornisce prove scientifiche solide sottolineando i dati essenziali provenienti dai rapporti dell’IPBES e dell’IPCC.
Inoltre, i documenti della Commissione confermano che gli investimenti nel ripristino della natura generano un valore economico che varia da 8 a 38 euro per ogni euro speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la salute umana.
È importante sottolineare che anche le consultazioni dei cittadini nel contesto della Conferenza sul futuro dell’Europa hanno evidenziato nelle proposte finali che l’Unione europea deve proteggere e ripristinare la biodiversità, il paesaggio e gli oceani, eliminare l’inquinamento e promuovere la conoscenza, la consapevolezza, l’educazione e il dialogo sull’ambiente, il cambiamento climatico, l’uso dell’energia e la sostenibilità.
Quali significati?
Abbiamo vinto. E’ una vittoria sociale: per gli scienziati, per i giovani, per molte aziende e imprese, per il settore agricolo, ha detto ai giornalisti Cesar Luena, capo negoziatore del parlamento sulla Legge Ristoro della Natura, dopo il voto.
E lo dico anche io.
Gli agricoltori e i pescatori ne beneficeranno e verrà garantita una terra abitabile alle generazioni future. La posizione adottata oggi invia un messaggio chiaro. Ora dobbiamo continuare a lavorare bene, difendere la posizione durante i negoziati con i Paesi UE e raggiungere un accordo prima della fine del mandato di questo Parlamento per approvare il primo regolamento sul ripristino della natura nella storia dell’UE.
Se il genere umano non si rende conto di quanto elevato è il proprio impatto è già grave ma che le forze politiche rimangano ingessate nel modello di business obsoleto attuale sarebbe diabolico.
La decisione è arrivata dopo mesi di campagna politica che ha messo in luce profonde divisioni tra i paesi dell’UE e i legislatori sulla proposta, con i leader di governo che hanno avvertito che l’Europa sta spingendo attraverso troppe leggi ambientali come parte della sua Green Deal.

E l'Italia?
L’Italia di Giorgia Meloni ha votato contro.
L’italia, con il suo meraviglioso territorio a forte vocazione turistica, ha votato contro per paura di perdere quattro pugni di terra.
L’Italia ha votato contro perchè vuole continuare a consumare suolo per le villette e palazzi di qualcuno invece di rigenerare i terreni e i territori.
L’Italia ha votato contro perché è una nazione per vecchi, che si lamenta di chi decide di fare esperienze in altri paesi europei o extra europei.
L’Italia ha votato contro.
L’Italia si è opposta, buona parte del Partito dei popolari europei (il centro-destra) si è opposto, per provare a dare una spallata alla Commissione. La norma è passata di misura.
Così è stata una settimana da montagne russe. Abbiamo capito 2 cose: l’ambiente è importante e l’Europa sta tracciando la giusta strada. La tematica ambientale è terreno di scontro politico e lo diventerà ancora. Non credere, insomma, a chi dice che tutti i partiti ormai ne hanno capito l’importanza cruciale.
Nelle stesse ore la nostra premier Giorgia Meloni urlava “stop al fanatismo ultra-ecologista”. Il caldo, così come tutto il caos climatico, non è solo questione di numeri, ma di vite. Si paga a caro prezzo il surriscaldamento globale. Nell’estate 2022 abbiamo avuto 61.000 morti in Europa per il caldo. L’Italia il Paese più colpito, con 18.000 vittime.

Dove siamo?
La credenza nella crescita infinita e la convinzione di avere la capacità di controllare la natura hanno portato all’attuale crisi del genere umano dove la tematica climatica è un tassello della crisi.
Abbiamo la convinzione della sostituibilità infinita e nella capacità di soddisfare i bisogni umani illimitati da un lato, e i “finitariani” che enfatizzano i limiti al potere sulla natura e la necessità di equilibrio e semplicità (ora spesso chiamati “decrescisti”).
Per riparare i danni passati e prevenire ulteriori danni è importante rivedere il modello a cui ci si ispira da troppo tempo.
La scarsità evidenzia l’urgente necessità di un cambiamento di paradigma nel nostro rapporto con il pianeta. i pericoli sottovalutati, se ma si sono visti, della crescita infinita e della padronanza della natura hanno portato a questa realtà presente.
Sei membri del parlamento di oggi, o le persone in generale, ammettono che distruggono il futuro umano quando resistono a un cambiamento di paradigma, posso capirlo (non essere d’accordo con esso): è onesto, umano-centrico, egocentrico e a breve termine.
Ma, almeno onesto. quando si è consapevoli della trasgressione dei confini planetari, compresa la perdita di biodiversità, l’acidificazione degli oceani, il riscaldamento globale e si vuole assumersi la responsabilità, è tempo di agire.
Qui sotto riporto il MANIFESTO per la “Nature Restoration Law” scritto dalla FISNA – federazione di 20 società scientifiche che operano nel settore delle Scienze Naturali, Ambientali e Biologiche promuovendo la conoscenza scientifica, della conservazione e la protezione nel campo naturalistico.
Anceh questo è un buon articolo…leggi QUI

Quale direzione?
La proposta contiene i seguenti obiettivi specifici:
obiettivi basati sulla legislazione esistente (per zone umide, foreste, praterie, fiumi e laghi, brughiere e macchia, habitat rocciosi e dune)
– migliorare e ripristinare gli habitat di biodiversità su larga scala e riportare le popolazioni di specie migliorando e ampliando i loro habitat insetti impollinatori.
-invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e raggiungere una tendenza all’aumento delle popolazioni di impollinatori, con una metodologia per il monitoraggio regolare degli impollinatori ecosistemi forestali.
– raggiungimento di una tendenza crescente per legno morto in piedi e sdraiato, foreste invecchiate in modo irregolare, connettività forestale, abbondanza di uccelli forestali comuni e stock di carbonio organico ecosistemi urbani.
– nessuna perdita netta di spazio verde urbano entro il 2030 e aumento dell’area totale coperta da spazio verde urbano entro il 2040 e il 2050 ecosistemi agricoli.
– aumento delle farfalle delle praterie e degli uccelli dei terreni agricoli, dello stock di carbonio organico nei terreni minerali dei terreni coltivati e della quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.
– ripristino delle torbiere prosciugate ad uso agricolo
– ripristino di habitat marini come praterie di fanerogame o fondali di sedimenti che apportano benefici significativi, anche per la mitigazione dei cambiamenti climatici, e ripristino degli habitat di specie marine iconiche come delfini e focene, squali e uccelli marini. connettività fluviale
– identificazione e rimozione delle barriere che impediscono la connettività delle acque superficiali, in modo che almeno 25 000 km di fiumi tornino allo stato di libero scorrimento entro il 2030
Cosa porta il ripristino?
Il ripristino coinvolge strettamente e va a vantaggio di tutte le componenti della società, deve essere realizzato nell’ambito di un processo inclusivo e ha un impatto particolarmente positivo su coloro che dipendono direttamente da una natura sana per il proprio sostentamento, compresi gli agricoltori, i silvicoltori e i pescatori. Gli investimenti per il ripristino della natura apportano un valore economico compreso tra 8 e 38 EUR per ogni 1 EUR speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l’attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana. Aumenta inoltre la presenza della natura nei nostri paesaggi e nella nostra vita quotidiana, con benefici dimostrabili per la salute e il benessere nonché un valore culturale e ricreativo.
Raccogliamo le idee
La Nature restoration law fa parte del più ampio pacchetto del Green deal europeo e mira a ripristinare almeno il 20% delle aree marine e terrestri entro il 2030.
Questa legge è stata introdotta a causa del degrado che affligge l’81% dei paesaggi protetti in Europa, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, e del fatto che il 60-70% del suolo in Europa sia già degradato, come confermato dallo studio del movimento Save soil.
Il degrado del suolo ha anche un costo annuale di 50 miliardi di euro per l’Unione e minaccia la capacità di produrre cibo.
C’è anche un altro modo di gestire le risorse.
E tu nella tua azienda quali politiche puoi mettere in campo per andare insieme nella direzione di salvaguardia della salute e della sicurezza?
Salute e sicurezza economica, sociale ed ambientale.
La mappa della sostenibilità per la tua azienda l’hai già fatta?