Dea Serpente da Donna a Donna
Per nostra fortuna il culto del serpente – così come molti altri culti pagani – non morì mai del tutto, semplicemente si trasformò in questa o in quell’altra tradizione. Nel caso specifico si può portare qualche esempio ben preciso e il più lampante
è certamente l’Uroboros: il serpente cosmico che si morde la coda. In forma circolare, esso è la quintessenza e al contempo l’ultima vestigia della grandiosità divina femminile. Il cerchio che forma è da solo l’unità del Tutto; l’utero femminile, il Mondo (pensate all’Arcano Maggiore nei Tarocchi); è la Terra e il Sole al tempo stesso; rappresenta l’eterna ciclicità del divenire (vita-morte-vita), della stagionalità terra-solare e quindi della trasformazione di cui ho parlato prima; è l’equilibrio fatto simbolo e indica la perfezione assoluta della creazione divina.
Insomma, ancora una volta il serpente cambia muta e si trasforma in qualcosa di nuovo pur mantenendo la sua incredibile sostanza primordiale. A dispetto di mele e bastoni.
E infatti il lato femminile e creativo della Dea Kali lo ritrovate nella dea Shakti, e ancora le 1000 sfumature di femminile in Madre Maria, in Maria Maddalena, e nella grande Signora Iside a cui sono profondamente devota insieme alla Grande MAdre
Claudia Dea con voi