Scegliere un antidepressivo e la meditazione potrebbe fare la differenza nella gestione di un momento di difficoltà? quindi potrebbe essere una domanda da porsi in un momento di disagio o in qualsiasi altro momento della vita?
Una domanda soprattutto che è importante porsi per avere chiarezza di come si vuole percorrere la strada della vita che sappiamo tutti essere ricca di emozioni, esperienze e situazioni non sempre piacevoli.
Ecco quindi che conoscere strumenti quali la Mindfulness può venirci in aiuto e agevolare un livello di consapevolezza che ci porta a prevenire o gestire al meglio gli eventuali momenti di difficoltà.
Quindi, sulla base di un articolo pubblicato sulla rivista Jama Psichiatry contenente i risultati di uno studio dell’università di Oxford, si arriva a concludere una terapia basata sulla meditazione unitamente all’esperienza del concetto di consapevolezza (mindfulness) funziona come un farmaco antidepressivo.
Cosa è la consapevolezza? cosa significa?….come farne esperienza soprattutto potrebbe essere la domanda?
Potrei dire che la consapevolezza è quello sguardo che rivolgiamo a noi stessi in vari momenti della giornata che ci permette di vedere oltre il manifesto, l’evidente cioè, e che ci agevola a prendere le distanze da comportamenti reattivi e disfunzionali….consapevolezza è rendersi conto che ci comportiamo nel modo che si comportava nostra madre venti anni prima e che proprio quel comportamento che stiamo replicando è quello che tanto detestavamo. Posso essermi espressa in modo comprensibile così?…:-)
Come realizzare tutto ciò?
Possiamo iniziare ad allenare il cervello ad affrontare le emozioni negative, o meglio disfunzionali al momento che si vive, usando tecniche come meditazione, esercizi respiratori e yoga. Questo nuovo studio, il più vasto mai condotto finora sull’argomento, evidenzia come la “terapia” cognitiva basata sulla consapevolezza (mindfulness-based cognitive therapy o mbct) aiuta le persone allo stesso modo degli antidepressivi più comuni, e non ci sono prove di effetti collaterali.
Molto bene molto bene Yeaaaa!!!
Nella ricerca si è visto che le persone depresse che erano state trattate con questo approccio avevano il 31% in meno di rischio di avere una ricaduta nei 4 mesi successivi.
”Questi risultati sono davvero rincuoranti – commenta Willem Kuyken, coordinatore dello studio – La Mbct non è una panacea, ma offre un nuovo approccio alle persone con una lunga storia di depressione, che consente di sviluppare degli strumenti per stare bene nel lungo periodo”.
Ogni persona è diversa e richiede terapie e trattamenti differenti, continua,e la mindfulness è un’opzione insieme a farmaci e altre forme di trattamento”.
Servono comunque altri studi per ottenere tassi di recupero vicini al 100% e aiutare a prevenire la comparsa della prima depressione.
” Il trattamento con la mindfulness appartiene alla famiglia del Buddhismo e di altre tradizioni contemplative – aggiunge – ma il modo in cui viene usata è assolutamente laico”.
Si tratta di una sorta di allenamento mentale, in cui si impara a vedere i pensieri e i sentimenti negativi, i primi segni di ricaduta della depressione e sviluppare le capacità per farvi fronte in un modo che rende più forti e resistenti.
Questa esperienza di Mindfulness si è ulteriormente arricchita attraverso le esperienze e gli studi del Prof.Nitamo Montecucco che in Italia ha generato, con i suoi studi scientifici e approfondimenti, la nuova strada della Mindfulness Psicosomatica.
Come realizzare tutto ciò?
Tecnica di ascolto corporeo e dei pensieri da cui si è attraversati per generare quella capacità della persona di attivare risorse per il proprio benessere per arrivare al benessere globale, riduzione dello stress, gestione del bernout, capacità di cogliere e prevenire i primi sintomi di depressione o disagio.
Mi muovo in questa direzione…educo alla Felicità in occasione delle sessioni individuali e in occasione dei PerCorsi che tengo a Bologna.
Claudia Poppi