
Il convegno “Osare il Futuro”, tenutosi a Napoli dal 27 al 29 settembre, ha rappresentato un punto di incontro cruciale per esperti, imprenditori e accademici impegnati nell’esplorare scenari futuri e innovazioni che possono guidare un cambiamento sociale e ambientale significativo. Il focus principale è stato la capacità di osare, di immaginare soluzioni sostenibili e di anticipare le sfide globali legate all’economia, all’energia e alla sostenibilità ambientale.

1. Visioni di Futuro: Innovazione e Sostenibilità
Il convegno si è aperto con una riflessione sul significato di “futuro”, sottolineando come le scelte presenti possano influenzare profondamente lo sviluppo delle società e delle economie. Come ha affermato uno degli organizzatori durante la sessione inaugurale: “Non possiamo più permetterci di immaginare il futuro come un’utopia distante. Il futuro è adesso, e il modo in cui agiamo oggi definirà la qualità della vita delle generazioni a venire.”
Gli interventi di apertura hanno messo in evidenza la necessità di combinare innovazione tecnologica e sostenibilità, con uno sguardo specifico al ruolo delle nuove tecnologie nel trasformare il settore produttivo e ridurre l’impatto ambientale. Durante la prima giornata, si è discusso molto del concetto di “economia circolare”, con diversi relatori che hanno sottolineato come la transizione verso un’economia che riduca sprechi e massimizzi il riutilizzo delle risorse sia non solo necessaria ma inevitabile.
A tal proposito, uno degli ospiti ha evidenziato: “L’economia circolare non è più un’opzione, è una responsabilità. Il mondo delle imprese deve comprendere che il profitto non è incompatibile con il rispetto per l’ambiente, ma può anzi rafforzarlo.”
Relatori di spicco hanno presentato case study su progetti in corso, evidenziando le sfide nella loro implementazione, ma anche i successi ottenuti grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. In particolare, si è parlato della crescente adozione di pratiche sostenibili nelle piccole e medie imprese, con esempi concreti provenienti dal settore alimentare e manifatturiero. È stato evidenziato come molte PMI italiane stiano già adottando tecnologie verdi e modelli di business più responsabili, seguendo le raccomandazioni delle direttive europee in materia di sviluppo sostenibile.
2. L'Importanza del Capitale Umano
Un altro tema centrale del convegno è stato il ruolo del capitale umano nel processo di innovazione. “Non possiamo costruire un futuro sostenibile senza investire nelle persone,” ha dichiarato un rappresentante del mondo accademico. Si è discusso di come le competenze e la formazione professionale debbano evolvere per rispondere alle nuove esigenze di un mondo in rapida trasformazione.
L’investimento nelle persone è stato considerato cruciale, in particolare in settori come la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e la gestione delle risorse. A tal proposito, uno degli interventi ha citato dati significativi: “Secondo recenti studi, le aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti vedono un aumento del 30% della produttività complessiva.” La necessità di una formazione continua e di un aggiornamento costante delle competenze è stata vista come uno dei fattori determinanti per mantenere competitività e sostenibilità nel lungo termine.
Tra gli interventi, è emersa l’importanza di promuovere una nuova cultura aziendale che valorizzi l’innovazione non solo come un mezzo per ottenere profitto, ma come un modo per contribuire al miglioramento sociale e ambientale. I giovani imprenditori e start-up presenti al convegno hanno portato esempi di modelli di business innovativi che integrano la sostenibilità come principio fondante. “Osare il futuro significa cambiare il nostro modo di pensare il business: non più ‘profitto a tutti i costi’, ma crescita responsabile,” ha sottolineato uno dei partecipanti.
Il convegno “Osare il Futuro” ha dato vita a un dibattito profondo e stimolante, richiamando l’attenzione sull’urgenza di passare da parole a fatti concreti e fornendo una piattaforma per lo scambio di idee tra i principali protagonisti del cambiamento.
Esistono ancora i giganti?
La frase “camminare sulle spalle dei giganti,” attribuita a Isaac Newton, rappresenta l’idea che i progressi scientifici e intellettuali si basino sul lavoro e sulle scoperte dei predecessori. Newton stesso, con questa espressione, riconosceva il debito verso coloro che lo avevano preceduto, come Copernico, Galileo e Keplero, i cui studi avevano gettato le basi per la sua rivoluzionaria legge della gravitazione universale. Albert Einstein completa lasciando una sua frase: “Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di giganti,” a testimonianza del fatto che il progresso non avviene in un vuoto, ma è il risultato di un dialogo continuo tra generazioni.
Il significato della frase va oltre il campo scientifico; si applica a tutte le aree del sapere e della creatività umana. Ogni innovazione, ogni pensiero originale emerge da un contesto culturale e intellettuale preesistente. Questo principio di accumulazione del sapere implica che il progresso è frutto di un’eredità collettiva. Inoltre, camminare sulle spalle dei giganti suggerisce un senso di umiltà: riconoscere che il nostro lavoro è il prodotto di chi ci ha preceduto. Come affermò Isaac Asimov, “L’educazione non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco,” un richiamo all’importanza di costruire sulla conoscenza esistente.
Oggi esistono ancora “giganti” in molte discipline. Scienziati, pensatori e innovatori come Frances Arnold, premio Nobel per la chimica, Malala Yousafzai, attivista per i diritti umani, e Jane Goodall, primatologa e conservazionista, stanno contribuendo significativamente alla società, affrontando sfide globali e spingendo i confini della conoscenza. Questi contemporanei non solo si ispirano ai giganti del passato, ma ci invitano anche a guardare al futuro, dimostrando che l’eredità del sapere continua a crescere e trasformarsi.
Il messaggio di Jane Goodall: “Credete nel vostro futuro”
Camminare sulle spalle di questi giganti moderni è fondamentale per affrontare le sfide del nostro tempo.
Per me un gigante e Il prof. Roberto Poli, Professore ordinario di Filosofia della Scienza. È titolare della Cattedra Unesco sui Sistemi anticipanti, la prima cattedra Unesco al mondo assegnata agli Studi di futuro. Mi ha aperto dei mondi di consapevolezza su ciò che proponevo nel mio lavoro di consulenza ma di cui ancora non conoscevo le cornici: ora so che ero già una futurista 30 anni fa…ahahah
Senza dimenticare:
Ivana Milojević e Sohail Inayatullah che insieme continuano ad appassionarmi al metodo CLA per trasformare le narrazioni di futuro in azienda e non solo.
QUi per comprendere meglio cosa fa un consulente in strategic foresight